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Le classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado giorno 29 novembre 2022 hanno svolto una visita guidata a Cefalù e a Isnello. Le alunne e gli alunni hanno visitato il suo Centro storico in particolare il vecchio molo, il lavatoio medievale, il Duomo con dietro la sua Rocca. Il vecchio molo è la parte più bella di Cefalù, da lì è stato possibile ammirare il borgo in tutto il suo splendore, ma soprattutto i suoi dettagli come la Rocca e sotto di essa gli edifici rovinati dalla salsedine, le torri altissime della cattedrale, gli archi sotto cui scorre l’acqua gelida del fiume Cefalino e la spiaggia.

Passeggiando per le viuzze, si arriva al lavatoio pubblico, che si trova nei pressi di Palazzo Martino, raggiungibile attraverso un’ampia scalinata in pietra lavica e lumachella, con un leggero andamento a chiocciola.

Qui scorre Cefalino, che si riversa nel mare attraverso un arco. In passato le lavandaie andavano al lavatoio per pulire il bucato, tra grida e canti siciliani, utilizzando le apposite vasche per strofinare i loro panni. Quello che era un rituale quotidiano di un tempo, oggi è un simbolo concreto e ancora intatto della storia del borgo marinaro.

Cefalù è uno dei Borghi più belli d’Italia, ma è soprattutto patrimonio dell’Unesco dal 3 luglio 2015 insieme alla cattedrale di Monreale e alla Palermo arabo normanna. Un concentrato di storia e bellezza con la sua concatenazione di vicoli e stradine medievali.

Cefalù o “Kefaloidion”, dal greco kefa o kefalé, ha un centro storico molto caratteristico grazie alla sua Cattedrale, un sontuoso monumento d’arte siculo-normanna fondata nel 1131 da Ruggero II, con le due bellissime torri. Al suo interno sono presenti dei bellissimi mosaici tipici dell’arte bizantina, come quello del Cristo Pantocratore benedicente (1148), la fonte battesimale romanica, la croce lignea bifronte dipinta da Guglielmo da Pesaro e la Madonna con bambino (1533) di Antonello Gagini.

La visita didattica ha previsto anche la visita al Parco Astronomico di Isnello, il centro più grande di divulgazione e ricerca del Mediterraneo, che sorge nel cuore delle Madonie, in contrada Fontana Mitri, appena fuori dal centro abitato, punto di riferimento per l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), per tutti gli studiosi e per gli appassionati di astronomia.

Il nome del parco astronomico “Gal Hassin” ricorda la parola galassia e deriva dall'antico nome del paese di Isnello “Hassin”, nome del fiume Asine, che in siriaco vuol dire fiume freddo.

Gli alunni e le alunne hanno potuto “incontrare l’astronomia” e ammirare il Planetario che simula il moto di stelle e pianeti con attività dedicate all’esplorazione del Cielo, delle costellazioni, dei corpi minori del Sistema Solare e dei pianeti.

 

La particolarità del Planetario è che tutti i visitatori sono seduti in delle specifiche poltrone reclinabili che consentono di stare “con gli occhi in su” verso una cupola, dove vengono proiettate bellissime immagini, commentate dalla astrofisica Luciana Ziino, e dove è possibile fare una panoramica dello studio dei pianeti extrasolari, dei nuovi mondi scoperti attorno a stelle simili al nostro Sole e affrontare in modo semplice anche alcuni fenomeni come eclissi di Sole e di Luna, evoluzione stellare ed evoluzione delle galassie.

Gli allievi e le allieve hanno potuto apprezzare anche il Museo delle meteoriti e delle rocce terrestri, grazie anche ad una spiegazione introduttiva dell’astronomo informatico Alessandro Nastasi, che ha fatto conoscere la differenza tra asteroidi (corpi minori rocciosi presenti nello spazio) e meteoriti (corpi rocciosi che hanno attraversato l'atmosfera terrestre) e ha illustrato i grandi impatti di meteoriti nella storia della Terra, tra i quali quello ha provocato la grande estinzione dei dinosauri a causa dell’energia generata dall’onda d’urto di impatto di un grosso meteorite di circa 12 km di diametro, molto probabilmente avvenuto nello Yucatan.

Nel museo delle meteoriti, è stato possibile osservare alcune tipologie di rocce e minerali terrestri tipiche delle miniere siciliane tra i quali zolfo, salgemma, ossidiana e pomice, ma soprattutto alcune rocce particolari: come le impattiti e le fulgoriti, e il silica glass, vetro desertico, generato dal calore sviluppatosi da una cometa, che sarebbe venuta a contatto con l’atmosfera terrestre 28,5 milioni di anni fa nel Deserto Libico, vetrificando la sabbia. Lo scarabeo del pettorale di Tutankhamon è stato realizzato con quest’ultimo particolare materiale.

Gli alunni e le alunne hanno avuto la possibilità di vedere anche i telescopi del GAL Hassin. Hanno assistito alla spiegazione di come funzionano i moderni strumenti di osservazione e le loro le potenzialità nella ricerca degli asteroidi e delle comete. Nella terrazza dedicata all’osservazione vi sono infatti binocoli e vari telescopi per l’osservazione del Sole, ma anche un telescopio a grande campo GRT, ossia con un campo di vista di 9 volte il diametro della Luna piena.

 

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